Inquinanti nascosti: LE MICROPLASTICHE

Abbiamo già visto in passato che quando si identifica un problema a livello ambientale è già troppo tardi per potervi porre un rimedio in maniera semplice.

Ora, più che mai, quindi gioca un ruolo fondamentale essere tempestivi nell’individuare le criticità ambientali a cui, consapevolmente o inconsapevolmente, ci sottoponiamo tutti i giorni, così da poter individuare delle strategie di risoluzione o di mitigazione in tempi rapidi.

RAFRAN Consulenze si sta impegnando attivamente in una serie di campagne focalizzate all’individuazione delle microplastiche presenti nelle acque locali.

Con microplastiche ci si riferisce a delle particelle di natura plastica che hanno dimensioni inferiori al millimetro, che si originano per via diretta come risultato del consumo umano o per via indiretta come risultato della frammentazione dei rifiuti.

L’interesse verso questa forma di inquinamento deriva dal fatto che essendo soggetta al fenomeno del bio-accumulo (o bio-magnificazione) risulta essere estremamente subdola. Tramite questo processo le microplastiche entrano nella catena alimentare partendo dagli strati basali, dove vengono scambiate per plancton dalla fauna marina. Una volta entrate nella rete trofica vanno ad accumularsi nel corpo degli animali in quantità sempre maggiori via via che aumenta il livello della catena alimentare. Di per sé già questo è un motivo di preoccupazione, che aumenta se si considera che il consumatore finale in questa catena siamo proprio noi.

Una volta in circolo nel nostro corpo le microplastiche si è visto che vanno ad accumularsi a livello del sangue di conseguenza la loro concentrazione raggiunge dei picchi in quegli organi particolarmente irrorati come per esempio la placenta durante le gravidanze.

Come già detto le microplastiche possono avere origini sia primarie come nel caso dei prodotti cosmetici utilizzati per l’esfoliazione della pelle oppure possono avere origine secondaria derivando dal consumo o dalla frammentazione dei rifiuti. In questa seconda categoria le principali cause sono l’usura degli pneumatici, la degradazione dei filtri delle sigarette e i filamenti residui dei tessuti sintetici derivanti dal lavaggio civile ed industriale.

RAFRAN Consulenze si è mossa attivamente per tracciare questa problematica sia a livello terrestre che a livello di idrosfera.

In questa direzione RAFRAN Consulenze ha colto al volo la possibilità di dare un contributo alla diffusione della campagna “Piccoli Gesti, Grandi Crimini” promossa da Marevivo andando a ideare una metodologia di campionamento e quantificazione dei mozziconi di sigaretta gettati al suolo nella città di Pordenone. Uno studio che può essere riproposto in tutte le realtà andando ad individuare le aree più soggette al littering (ovvero quelle aree dove più spesso i mozziconi vengono gettati a terra) e a quantificare quanti ne vengono gettati in un determinato periodo.

A questa prima fase si è aggiunta una seconda fase, dove si è spostata l’attenzione dall’ambiente terrestre al comparto delle acque.

Grazie alla collaborazione con un laboratorio accreditato RAFRAN Consulenze entra nel cuore della problematica andando a quantificare e a identificare le particelle di microplastiche presenti nelle acque, così da poter individuare le principali fonti di propagazione delle microplastiche e così da poter gettare le basi per monitorare questa tipologia di inquinamento anche in ambito locale.